mercoledì 24 settembre 2014

I personaggi

Questo romanzo ha avuto una vita piuttosto movimentata in fase di redazione. Esistono sei versioni del libro e in ognuna di esse ci sono stati dei significativi cambiamenti. I più importanti riguardano i personaggi. Bisogna sapere anzitutto che il mio procedimento di scrittura è (quasi) sempre il seguente:
  • Fase 1: creazione dei personaggi
  • Fase 2: creazione del mondo attorno ai personaggi
  • Fase 3: creazione di una storia che viene poi sommariamente divisa in capitoli
  • Fase 4: scrittura
  • Fase 5: revisione del tutto
Nella fase 1 mi occupo dei personaggi principali del racconto. Per poter scrivere su di loro devo conoscerli molto bene e così uso vari strumenti per approfondirli e dare a loro un taglio psicologico e comportamentale credibile. Uno di quelli che mi piace di più (un po' maniacale a dire il vero) è la scheda che vi riporto qui: è  quella di Mirko, il protagonista del racconto.

Mirko Grassi
- Apparire
Sesso: M
Età: 14 anni (22/12/1993)
Aspetto: ragazzo bello e ben fatto, solo piccolissimo, in miniatura. Sembra un ragazzino di quinta elementare. Ha i capelli lunghi, mossi, molto chiari. Ha gli occhi di un azzurro quasi vacuo. Porta costantemente una maglietta larghissima, enorme, una felpa a blusa con lampo sempre slacciata (anche d'inverno), pantaloni con cavallo al ginocchio. Va in giro SEMPRE con lo skateboard. Ha lo sguardo da adulto e la faccia da bambino. Persino inquietante.
Status socio – economico: famiglia separata, mediamente agiata. Mirko abita con il padre in un appartamento ampio di un bel condominio. Il padre è un medico di ambulatorio, la madre insegnante. 
Status etnico: italiano, Lombardia, paese brianzolo, 15.000 abitanti.
Appartenenza religiosa: famiglia acculturata, sensibile a un discorso religioso più di volontariato che di adesione religiosa vera e propria. Il padre simpatizza con medici senza frontiere, è andato anche a fare qualche mese in Africa.
Rango professionale: studente, piuttosto in difficoltà, di terza media.
Ruolo esercitato: Lui fa di professione lo scassapalle. La sua occupazione preferita è quella di fare il francobollo di Mario. Si appiccica a lui e non lo molla più. Vede Giovanni con sospetto e per questo, visto che l'altro gli sembra un po' tardo, gli fa scherzi nascosti di ogni genere, dispetti, piccole cattiverie.
- Possedere
 Oggetti posseduti Possiede lo skateboard e si ostina ad andare in giro con quello. Ha anche una bella bicicletta ma non la usa quasi mai. Segue gli altri che girano in bici con il suo skate.
Mezzi fisici e strumentali:Buoni mezzi fisici, per la quinta elementare, scarsi per la prima media, drammaticamente carenti per la terza. Eppure lui si muove come una molla: conserva l'elasticità dei bambini e una abilità innata a  muoversi a tono di musica (tipo break-dance molto personalizzata) Ma si vergogna e quindi non balla mai in pubblico. Quando c'è qualche partita lui salta per farsi scegliere, ma nessuno lo vuole perché non sa giocare in squadra, si stanca subito e corre come un matto per i primi cinque minuti e poi non fa più niente per il resto.
Cultura, intelligenza: È un ragazzo con ubbìe esistenziali accuratamente celate dietro un infantilismo irritante. A scavare pare quasi un disadattato. È molto profondo ma inaccessibile. Agisce come se non avesse cultura di sorta. Fa il piatto e il superficiale ma non lo è. Che sia intelligente lo si capisce dallo sguardo che fa quando non viene visto. Se incroci i suoi occhi diventa subito svampito, scemo e superficiale.
Abilità, capacità, attitudini :Abilissimo con lo skateboard. Conosce molti trick e li esegue benissimo. Tuttavia questonon lo aiuta perché lui svalorizza continuamente quello che fa. Ha ottime possibilità in campo intellettuale ma le spreca con un atteggiamento ambiguo, senza colore. Ha buone attitudini alla danza e alla musica. Suona la chitarra e coltiva in segreto il desiderio di fare il rockettaro ma non l'ha mai detto a nessuno. Scrive segretissime poesie.
Esperienza:
Per lui le esperienze sono fonte di disagio e di ripensamento continuo, quasi ossessivo. Naturalmente non traspare niente di tutto questo. Tutti pensano che le cose scivolino via su di lui come acqua sul cristallo, invece ogni cosa lascia solchi profondi, soprattutto se l'esperienza è sgradevole. Questo lo porta a essere un aggressivo sopito che accumula e accumula. Sfoga un po' con il continuo, frenetico muoversi, ma gli altri avvertono quasi inconsapevolmente che lui è un tipo 'pericoloso'.
Beni materiali: È il 'ricco' del gruppo. Gli altri, soprattutto Mario, fanno le cozze e si fanno pagare gelati, caramelle, bibite ecc. Ha un lettore CD portatile, a casa il computer personale e lo maneggia discretamente anche se non è una cima. In generale però non ama far vedere quello che possiede.
- Pensare
Riflessione : Il suo tratto più caratteristico è una tormentosa riflessione, accuratamente nascosta. Prova dolore nei confronti delle cose (in senso gaddiano) e reagisce con un'esuberanza incontrollabile.
Valutazione di avvenimenti: Valuta con acume gli avvenimenti che gli capitano, ma fa finta di non capirli. E non dice mai qual è il senso delle cose successe. Lascia che tutto vada così come deve andare. In questo modo gli altri lo considerano un po' scemo e non capiscono che lui c'è arrivato molto prima di tutti. Lascia credere agli altri di essere molto furbi perché grandi e grossi. Loro credono di sfruttarlo, mentre è lui che li sfrutta.
Valutazione di ambienti: Sarebbe in grado di adeguarsi bene ad ambienti diversi, il problema è che la sua esuberanza gli gioca brutti scherzi. Tuttavia c'è un divario netto tra quello che lui è fuori e quello che lui è in casa. Per questo tiene accuratamente separati gli ambienti. I suoi, sempre indaffarati, non conoscono gli amici del triorinco e gli amici del triorinco non conoscono i suoi genitori. Non li ha mai invitati a casa sua e non ha nessuna intenzione di invitarli. Si svelerebbe troppo.
Personaggi ammirati: Gli piace la musica rock in genere. In casa ascolta anche spesso musica classica (a causa dei suoi) verso la quale ostenta indifferenza.
Credenze: È convinto di essere in tutto inferiore agli altri. È convinto di non valere nulla, di essere un nano, di essere odiato, di essere antipatico. In questo modo lo diventa sul serio. Crede di non potere mai avvicinare una ragazza (anche se molte lo guardano segretamente pur con un po' di perplessità, per via della sua statura). È convinto di rimanere così per tutta la vita. Per questo smania e si tortura.
Ha una concezione dolorosa e difficile della vita.
Valori: È un ragazzo fondamentalmente confuso nei suoi valori. Da un lato è estremamente pragmatico: desidera fare  cose piacevoli, che fanno ridere, che rendono piacevoli agli occhi degli altri. Dall'altro è molto pessimista e smagato: ogni tanto tende a punirsi negandosi delle cose, come se ce l'avesse con se stesso. Un valore importante è la cura dell'esteriorità. Si lava spesso, sceglie le cose da mettersi. Tuttavia adotta atteggiamenti come se vestirsi bene non gli importasse niente. È un finto trascurato. Un altro valore è l'amicizia, anche se intesa a suo modo, e cioè come un tormento continuo dell'amico. È convinto che così facendo riesce a mantenere viva la funzione di contatto con gli altri.
È sostanzialmente generoso (forse perché non può farne a meno?) e se qualcuno gli chiede aiuto si presta volentieri. Poi gliela fa scontare con un tormento senza limiti.
Storia familiare: I genitori sono separati per incompatibilità di caratteri, ma l'hanno fatto 'bene'. Ognuno a modo suo è riuscito a conservare un ruolo. Il padre, Gianluigi Grassi è un tipo simpatico, gentile, anche se un po' incolore. Lavora nell'ambulatorio del paese ha un discreto giro di pazienti. È un medico senza infamia né lode. Senza hobby collabora a fare le cose di casa quando è in riposo e poi studia e si aggiorna con un certo metodo. La madre, Grazia Antonacci, è un'insegnante di matematica, anche lei irrequieta e nervosa, minuta. Sostanzialmente simpatica, perde le staffe piuttosto in fretta e urla sempre.  Mirko ha un fratellino più piccolo (Kevin) ancora più rompitasche di lui. Mirko vive con il padre, Kevin con la madre. Ma i due genitori, benché separati, si trattano civilmente e i ragazzi possono andare con una certa libertà a casa dell'uno e dell'altra.
- Agire
 Azioni: Sempre in movimento tra il campetto, i giardinetti, gira instancabilmente con lo skateboard seguendo ora l'uno ora l'altro, più spesso di tutti Mario e Giovanni. È capace di fare qualsiasi cosa gli chiedano i suoi amici, dimostrandosi influenzabile e leggero, anche se comprende a fondo la conseguenza di alcune azioni che sa che non dovrebbe fare. Lui è la mano operativa del triorinco, per la faccia tosta che squaderna: Giovanni pensa, Mario ordina e Mirko esegue. Si rivale, naturalmente, scassando i due in modo astrale.
Stile di comportamento: È un tipo nervoso, si muove a scatti, è agitato, come un moto perpetuo impossibile da fermare. Sempre aggressivo, assume atteggiamenti da bambino quasi come paravento per fare magari cose che vengono giudicate impossibili fatte da lui. Ha il terrore di scoprirsi in senso fisico e in senso caratteriale. Si nasconde sempre, cerca la protezione di chi è più grande,  evita in tutti i modi di esporsi. Con gli insegnanti è ambiguo perché con gli adulti non riesce del tutto a celare le doti che ha, quindi passa per il classico ragazzo che potrebbe fare e non fa.  Con gli altri ha un atteggiamento fondamentalmente ambiguo: vorrebbe essere ma si nasconde. Per questo viene emarginato e considerato un bambino. Cosa questa che lo manda su tutte le furie.  Le ragazze sono un altro punto dolente. Lui ci pensa sempre ma le considera inavvicinabili. Se solo sapesse quante lo guardano di nascosto...  Dai suoi due amici è commiserato per questo, lo considerano una specie di sottosviluppato e lo trattano come tale.
Abitudini: Non si cambia mai quando fa ginnastica. Ha un vero terrore di mostrarsi seminudo. Rompe sempre, fa dispetti, è aggressivo, appiccicaticcio, insistente. Gioca a fare il bambino molto di più di quanto non è. Costringendosi così, si impedisce di essere naturale e autentico.
Modi comunicativi: Nel complesso estroverso, anche se  tendente all'aggressività. Ha come un fuoco dentro che lo brucia e lo consuma.   Molto capace a comunicare, non ha ancora trovato il modo di usare positivamente questa sua capacità, quindi fa dei disastri. Non si controlla molto e certe volte dice cose terribili sulle persone. Per questo in fondo tutti lo temono: lo considerano una mina vagante. Più di una volta  ha rischiato di prendersele per aver insultato qualcuno, tuttavia lasciano perdere dicendo: - Non vedi quant'è piccolo? - e questo gli brucia in modo incredibile. Attaccabrighe, fomentatore di situazioni difficili da gestire per gli insegnanti.
- Sentire 
Tendenze caratteriali:
È in fondo un tipo da cui guardarsi. Tutta la sua personalità si staglia su un fondo cupo che per adesso si vede poco ma che occupa zone sempre più vaste del carattere. Potrebbe diventare sia un ribelle che un adolescente estroverso e altruista: dipende dalle esperienze che fa. Attualmente sembra più orientato verso la cupezza e il tormento.
Sentimenti ed emozioni: Mirko è un sentimentale inconsapevole. Prova forti emozione e se le nasconde. È attratto dagli altri ma li respinge con il suo comportamento. Ama in modo travolgente ma rifiuta i suoi sentimenti. Tutto questo lo porta a essere molto instabile e internamente scisso.
Autoconsiderazione: Mirko ha una scarsissima considerazione di se stesso per la propria conformazione fisica. Si rode di essere piccolo e poco visibilmente sviluppato, questo fatto lo tormenta interiormente e non lo lascia tranquillo.

Se avete avuto la pazienza di leggere fin qui vi sarete resi conto che alla fine di un lavoro simile il personaggio ha davvero una sua personalità e queste linee guida sono estremamente utili per scrivere di lui con disinvoltura. Naturalmente non tutto poi nella stesura del romanzo viene rispettato: a volte i personaggi prendono un po' una loro piega e sembrano voler agire indipendentemente dallo scrittore.
Bene, se non vi siete annoiati, nella prossima puntata vi racconto i mutamenti che il cast di questo libro ha subito, dalla prima stesura fino all'ultima. Ne vedrete delle belle e capirete che una buona programmazione nella scrittura non significa essere rigidi.

venerdì 30 maggio 2014

La storia degli Mnemocrati


Tavola con illustrazioni da: Robert Rowe Knott, The New Aid to Memory, London 1838
Oggi parleremo della storia particolare dell'Accademia degli Mnemocrati. Prima di scrivere qualsiasi cosa mi sembrava necessario abbozzare i principali eventi che avevano caratterizzato la vita degli Mnemocrati nei secoli. Così ho scritto questa pagina di appunti che riporto qui integralmente.

Periodi della storia dell'Accademia

Fondata nel 1559 da Pomponio Cotta.
Viene ufficialmente sciolta nel 1704 alla morte di Carlo Luigi Cotta.
Inizia il suo periodo segreto che continua tuttora.

Periodizzazione:

Primo periodo: 1559 1654 Per i primi cent'anni l'Accademia sviluppa le teorie di Giulio Camillo in merito alla memoria. Smonta il teatro, lo ricostruisce nella cripta e lo custodisce.

1571: Sebastiano Cotta decide la costruzione della prima cripta (detta successivamente 'del sarcofago'). Pare che decida così perché si rende conto che il teatro non è semplicemente un ausilio di memoria. Elabora la conoscenza del primo nucleo delle dottrine esoteriche sui poteri della mente. Fondamentalmente Sebastiano vuole nascondere il teatro nella cripta. Evidentemente sente un'atmosfera ostile intorno e preferisce nascondere il tutto.

1586: Luigi Alberto Cotta costruisce La seconda e la terza diramazione del sotterraneo sotto villa Cotta, quelle che poi diverranno la Biblioteca di Giulio Camillo e la Sala degli abiti. Per qualche motivo uno di questi due rami doveva forse diventare il sotterraneo del teatro ma nessuno dei due fu completato, forse a causa di qualche difficoltà legata al terreno.

1612: Pomponio Amedeo Cotta intraprende la costruzione della Sala sotterranea del teatro.  Le operazioni di scavo, grandiose, dureranno circa trent'anni.

1641: Pomponio Amedeo Cotta sigilla la cripta di Villa Cotta mettendo a guardia del tutto una vecchia armatura con dentro uno scheletro. Si ignora il motivo per cui  il teatro venisse sigillato, così come si ignora il ruolo del teatro in questi anni di vita dell'Accademia. Si intuisce che qualcosa dev'essere accaduto e che probabilmente la custodia del teatro rappresentava qualche pericolo. Qualcuno sostiene sia intervenuta la Santa Inquisizione in merito al sospetto di occulte arti magiche. Altri invece affermano che proprio durante la reggenza di Pomponio Amedeo Cotta si sia pervenuti a una diversa interpretazione delle potenzialità del teatro e che avendo scoperto 'i poteri mentali legati allo sviluppo della memoria secondo le caratteristiche indicate da Camillo, il Maestro  abbia deciso di occultarle, avendone intuito la potenziale pericolosità.
[Nota: si ignora se il teatro sia stato mai dissigillato dopo il sigillo di Pomponio Amedeo Cotta. L'ultima ispezione fatta, ordinata dal Gran Maestro Cottini nella cripta dopo la recente scoperta, fa pensare che il teatro da allora non sia mai più stato aperto né risvegliato in alcuna maniera].

1653: Muore Pomponio Amedeo Cotta. Dopo dodici anni pare essersi persa completamente la memoria del teatro.  In questi dodici anni infatti avviene un ricambio pressoché completo del corpus degli Accademici, essendo tutti quanti morti nel breve termine di tre o quattro anni, quelli che avevano saputo del teatro. Le morti risultano essere naturali, tuttavia appare assai strano che tutti i conoscitori del segreto, eccetto il Gran Maestro, siano passati a miglior vita in un così breve volgere di tempo. Con lui termina sicuramente la prima fase degli studi e della vita dell'Accademia.

Secondo periodo: 1655 1683: questo periodo per l'Accademia è segnato dalla reggenza di Sebastiano Luigi Cotta, forse il più brillante accademico mnemocrate che l'Accademia abbia mai avuto. 

1680: Sebastiano Luigi Cotta muore. Viene sostituito dal figlio, Pomponio Alberto Cotta.

1683: Muore in circostanze tragiche Pomponio Alberto Cotta

Terzo periodo: 1683 1704: Anni caratterizzati dalla lunghissima reggenza dell'ultimo rampollo della famiglia Cotta: Carlo Luigi Cotta. L'Accademia conosce un primo periodo di grave declino, anche per il disinteresse mostrato da Carlo Luigi nei suoi confronti. Carlo Luigi fu molto chiacchierato perché, essendo senza eredi, lasciò l'intero patrimonio della famiglia Cotta a un servitore. Costui dilapidò in breve tempo il denaro, vendette parte del mobilio della Villa e poi la Villa stessa. Da allora Villa Cotta non ha mai conosciuto uno stesso proprietario per più di 20 anni. L'unica eccezione è data dall'attuale proprietario, il Comm. Giorgio Elio Cottini che la detiene da ben 35 anni.

Quarto periodo: 1704 1753: l'Accademia viene ufficialmente sciolta, ma gli mnemocrati continuano in segreto la loro attività Pare che essi non siano estranei all'acquisto discreto della villa effettuato con prestanomi. Evidentemente qualcuno sapeva che Villa Cotta era sede di un importante segreto, anche se probabilmente ignorava di che natura fosse tale segreto. Primo periodo di clandestinità.

Quinto periodo: 1754 1802: Clandestinità

Sesto periodo: 1803 1861 Pare esservi qualche connessione tra l'attività degli Mnemocrati e le attività clandestine dei gruppi carbonari. Si ignora se tra gli Accademici vi fossero dei Carbonari, così come si ignora se gli accademici abbiano usato i poteri della mente per convincere qualche personaggio importante ad abbracciare la causa del Risorgimento italiano.

Settimo periodo: 1862 1937: secondo periodo di clandestinità

Ottavo periodo: 1937 1972: Anni in cui la riscoperta dell'arte della memoria ha portato a una febbrile serie di contatti tra l'Accademia e altre organizzazioni similari, nonché un proficuo rapporto con alcune Università. Si registra anche in questi anni l'apertura dell'Accademia Mnemocratica ad altre realtà similari che operano sul tema dell'uso di elementi per il controllo delle persone e della realtà. È significativo e certo un contatto del celebre musicologo Domenico Laghenati con un Gran Maestro. Il primo si occupava dell'Ordine dei Sommi Acustici e del potere che essi attribuivano alla musica di influenzare il comportamento delle persone. I secondi invece del potere del pensiero esercitato dalle e sulle persone. Sembra che i contatti abbiano influenzato grandissimamente le ricerche di Laghenati.

Nono periodo: 1972 - ?: Periodo Cottini

1972: Anno di acquisto di Villa Cotta da parte Giorgio Elio Cottini, un bieco faccendiere politico che ha acquisito Villa Cotta per farne un centro di  incontri per congressi di medici e diplomazia politica del canale alternativo. Ne è venuto a conoscenza attraverso un corso di memoria a cui ha partecipato come allievo. In seguito si è interessato all'Accademia, è divenuto Accademico dapprima per simulazione [interessandogli in realtà la villa] e poi, dopo l'acquisizione per desiderio di acquisire il potere derivatogli dal teatro. Per questo tenta in tutti i modi di capire dove si nasconde l'ingresso al teatro.

Come si può notare rispetto all'idea originale, Cottini è diventato da ultimo discendente della famiglia Cotta, un semplice appassionato, o meglio un prsonaggio piuttosto bieco interessato agli aspetti più venali legati ai poteri della mnemotecnica. Mi pare divertente però che il suo nome, Cottini, sia in qualche modo un diminutivo di quello ben più nobile dei Cotta, quasi a indicare che lui è una specie di piccoletto che cerca di salire sulle spalle dei giganti...

Per chi fosse interessato a una storia della mnemotecnica con aspetti un poco esoterici segnalo questo articolo.

Nel prossimo post parleremo della creazione dei personaggi e di come il progetto di base sia cambiato moltissimo durante la stesura del romanzo. A presto. 

venerdì 16 maggio 2014

Villa Cotta

Un giorno (non ricordo più in quale anno né in quale paese preciso) per la verifica di fattibilità di un progetto andai a visitare una Villa nobiliare in stato di abbandono in un paese vicino a Monza. Rimasi molto impressionato da quel luogo: aveva un'aura di grande bellezza e ricchezza nonostante il totale abbandono. I locali erano completamente danneggiati ma si potevano ancora indovinare il lusso e lo splendore che dovevano averli caratterizzati. Un'altra immagine che ho tuttora in mente riguarda un abbozzo di giardino all'italiana che era situato davanti alla facciata nobile del palazzo. Si vedevano ancora i gradoni e qualche sparuta siepe di bosso che faceva parte di antichi recinti di verzura. Del progetto non si fece nulla, ma ricordo che quando venni via dissi a me stesso che quello sarebbe stato il luogo ideale per ambientarci un racconto.
Qualche anno dopo, quando bisognava trovare un luogo acconcio per l'Accademia degli Mnemocrati, mi ritornò alla memoria quell'edificio. Non avevo più nessun documento, ma, con un po' di sforzo e di inventiva disegnai le piantine dei vari piani di quella che sarebbe poi diventata nel romanzo Villa Cotta.
Eccole. Naturalmente bisogna pensare che queste piantine non sono state realizzate per essere pubblicate. Questi sono gli appunti sui quali è stata scritta l'ultima parte della vicenda del romanzo. 
Partiamo dal piano terra, quello delle cucine. Dalla porta delle cucine la banda dei tre protagonisti riesce a penetrare nella villa. In realtà, dato che la storica costruzione è posata su un piccolo terrapieno, il piano terra risulta essere un seminterrato, almeno nella parte anteriore del palazzo.
Ecco invece il piano nobile, per intenderci quello dove avvengono le riunioni dell'Accademia ecc.
Questo che segue è il piano degli appartamenti privati della Villa, camere in gran parte in disuso. Qui nel romanzo non capita niente ma era divertente immaginare i luoghi dove vive Cottini, sale, salette, alcova e salottini isolati in mezzo ad abbandonate camere degli ospiti.
Infine la parte più importante della Villa: le cantine e i sotterranei. C'era bisogno di una pianta molto dettagliata per scrivere questa parte: bisognava infatti sapere con assoluta precisione l'andamento delle gallerie e la posizione precisa di tutti i luoghi che i personaggi avrebbero dovuto visitare in successione. Con questa piantina è molto più facile orientarsi nel piccolo labirinto lasciato da Pomponio Cotta.

Bene: prima di passare ai personaggi veri e propri, sarà utile conoscere ancora un po' di storia dell'Accademia. Ma questa verrà svelata nella prossima puntata. Non perdetela!

sabato 10 maggio 2014

L'Accademia degli Mnemocrati

Come è nata l'Accademia degli Mnemocrati? Qual è la sua struttura? Di che cosa si occupa? Per tutti i curiosi che vogliono saperne di più, ecco i materiali di preparazione relativi a questa strana (e un po' strampalata) istituzione. (Bisogna tener conto  che sono appunti e come tali sono stati conservati... [N.d.R])
Quello che si vede qui sotto è l'organigramma dell'Accademia.
Personaggi e cariche:
All'avviamento dei fatti le cariche sono così occupate:

  • Gran Maestro degli Mnemocrati: Giorgio Elio Cottini

  • Siniscalco: Notaio Cav. Grand'Uff. Riccardo Mallevati

  • Cerimoniere: Sigismondo Vallerani Tanì (nobilastro di mezza tacca)

  • Primo Ricercatore: Aurelia Simonetti

  • Maestro dei Maestri: Jacopo Bonetti Faccini
 Noterete sicuramente che almeno uno di questi personaggi non è poi stato usato nel romanzo mentre a qualcun altro è stato riservato un ruolo di secondo piano.

 
Dove:
In un paese vicino a Milano, a Tavriago, nella Villa Cotta. Lì ha vissuto Pomponio Cotta (nobilotto realmente esistito, Milanese dei tempi di Giulio Camillo Delminio, il costruttore del Teatro della Memoria (che ha anche un altro nome più 'segreto' ossia Teatro della Conoscenza - questo è inventato).

Quando:

L'Accademia è stata istituita nel 1543 da Pomponio Cotta che ha avuto l'onore di ospitare il teatro della Conoscenza di Giulio Camillo che fu costruito in Francia e poi smontato e portato segretamente a Tavriago dove venne ricostruito. (Nella realtà i due teatri costruiti da Camillo, uno a Venezia e uno in Francia sono spariti. Ma nella realtà un amico di Erasmo dice di averlo visto montato in una villa nei dontorni di Milano, appartenuta a tal Pomponio Cotta con il Giulio stesso che gli spiegava le cose. Non si sa se abbia mentito o no perché la descrizione è troppo sospettamente simile a quella contenuta in libretto pubblicato da Camillo stesso sul suo teatro)  Lì venne impartito l'insegnamento segreto a Del Vasto, governatore di Milano che lo 'condivise' con Pomponio Cotta. Prima naturalmente di sparire del tutto. Smontato? Trasferito? Distrutto? Portato in un sotterraneo sigillato?
È un'Accademia semi-segreta, modellata sui gruppuscoli rinascimentali occulto-sapientosofici di ambiente ficiniano.
Ha conosciuto momenti alterni di successo, a tratti famosa, a tratti completamente svanita nel nulla. In seguito il teatro è stato fatto sparire, si dice murato, in un vasto locale sotto le fondamenta di Villa Cotta, dove, si dice, rimane tuttora nascosto alla vista dei più in attesa che qualcuno lo risvegli. E dove, si dice, c'è anche la tomba nascosta di Giulio Camillo. Questo locale non è mai stato trovato.
Negli ultimi cento anni i discendenti della famiglia Cotta hanno cercato di rivitalizzare, con alterna fortuna, sfruttando la biblioteca antica di famiglia, ricca di volumi sull'arte della memoria, l'imponente e austero edificio. In realtà la famiglia Cotta è piuttosto spiantata e la Villa è in stato di avanzato abbandono, sebbene ultimamente una sua parte sia stata trasformata in Centro studi sulla memoria, con fondi europei. Giorgio Elio Cottini, l'ultimo discendente di famiglia, ha destinato un'intera ala della villa a centro congressi e formazione sulla memoria con una società (piuttosto truffaldina) di sviluppo della memoria. Con questo riesce a vivacchiare, ma fatica molto a mantenere la villa.

Qui finisce la prima parte della scheda usata per l'Accademia. Esiste però una storia più precisa di questa organizzazione. Se avete pazienza la leggerete a breve su queste stesse pagine...

domenica 4 maggio 2014

Com'è nata l'idea di partenza del libro?

Quella che vedete qui è la copertina (un po' segnata, come si può notare!)  di un libro straordinario di Francis Yates, intitolato L'arte della memoria. L'autrice, studiosa presso il prestigioso Istituto Wartburg di Londra, si è interessata per tutta la vita degli aspetti filosofici, magici e occultistici legati alla cultura del tardo rinascimento. Il suo studio è rigoroso e scientifico e tende a stabilire quale fu l'influenza di queste correnti nella storia culturale europea del tempo.  
In questo libro dedica due capitoli al Teatro della Memoria di Giulio Camillo che, può sembrare strano, è esistito veramente. Secondo lei esso rappresenta "un nuovo piano rinascimentale della psiche, una metamorfosi che ha avuto luogo entro la memoria, donde derivano il loro impulso cambiamenti esterni. All'uomo medievale era consentito di ricorrere alla facoltà inferiore dell'immaginazione per formare simboli corporei in appoggio alla memoria. [...] L'uomo ermetico del Rinascimento può credere di possedere poteri divini; può costituirsi una memoria magica con cui catturare il mondo, riflettendo il macrocosmo nel microcosmo della sua mens divina."
Da questo passo è nata l'idea del Teatro dei pensieri, che, ovviamente, è stata poi rivisitata, riadattata e rielaborata per renderla narrazione fantastica contaminata con la realtà.

Se sei arrivato qui...

...vuol dire che hai comprato o visto il libro "Il teatro dei pensieri". Benvenuto dunque tra i Mnemocrati, ossia coloro che coltivano l'Arte della Memoria. Anche se non appartieni all'Accademia degli Mnemocrati di Cottini, in questo blog potrai lo stesso trovare molti materiali e indicazioni per approfondire alcune tematiche legate all'Arte della Memoria. Alcune saranno reali altre invece saranno legate al romanzo e quindi avranno il sapore della narrazione di fantasia.
In più vi mostrerò un po' qual è stato il processo produttivo del libro: vi farò vedere carte, appunti, foglietti, schede di lavoro e scene tagliate. Pubblicherò anche qualche brano delle versioni precedenti a quella definitiva. Se qualcuno dei vostri amici vuole capire come ho fatto a scrivere questo libro, ecco un'occasione interessante: diteglielo e diventate fan di questo blog.
Buon viaggio dunque nel misterioso mondo dell'Arte della Memoria e nel retroscena della scrittura di un libro.
Potete trovare il libro qui e su tutti i principali negozi virtuali di e-book.